Dalla 
                MOSTRA "NODO SU NODO" alla 
                GALLERIA EMMEDIARTE
                Via Vela,11 -Milano - 10 settembre – 1 ottobre 2009
                
                Presentazione 
                di Giuliana.Briziarelli
                
                Ho conosciuto Giulia De Serio nel 1987, a Vittorio Veneto, quando 
                entrambe insegnavamo all'Istituto d'arte, lei Arte del Tessuto, 
                io Storia dell'Arte . Veniamo tutte e due da Treviso, ogni giorno, 
                con la corriera o con il treno. Durante i tragitto avevamo modo 
                di parlare, ma allora non pensavamo al nostro futuro, a quello 
                che avremmo potuto diventare: artista lei, storico dell'arte io, 
                eravamo troppo prese dall'insegnamento e dalla fatica quotidiana 
                del pendolare.
                Quando ottenni il trasferimento di cattedra a Treviso, ci perdemmo 
                di vista, credo di essere andata a trovarla una volta soltanto 
                nella sua piccola casa di Vicolo Riccati, per vedere il telaio 
                di legno fatto costruire dal falegname, acquistato da Giulia appena 
                dopo aver conseguito il diploma, per la spesa di un milione di 
                vecchie lire.
                Lei continuò ad insegnare a Vittorio Veneto fino al 2006, 
                poi sceglie il trasferimento a Treviso di occupare il ruolo d'ufficio 
                nell'Istituto Tecnico Fermi della stessa città, per dedicarsi 
                completamente all'arte del tessuto.
              Ma 
                andiamo con ordine.
                Giulia nasce a Venezia e si diploma all'Istituto d'Arte veneziano, 
                nella sezione Arte del Tessuto.
                In famiglia non ci sono artisti del filo, soltanto uno zio pittore, 
                ma essa e dotata di una grande passione per i lavori manuali di 
                cucito e di ricamo. Il telaio e lo strumento che le serve a creare 
                i tessuti per l'abbigliamento: tagli di stoffa per pantaloni o 
                gonne, ma anche, ma anche pezzi per l'arredamento abitazione e 
                studio: tappeti, tovaglie, copriletti, testate da letto, panelli, 
                E' in questo lungo apprendistato che ha luogo di sperimentare 
                le qualità del filo, i giochi di trama e ordito, la scelta 
                dei colori e la loro applicazione nell'intreccio.
                Anni operosi, impostati, passati nel silenzio e nella fatica del 
                pendolare fra Treviso e Vittorio Veneto.
                Dall'85 al '90 partecipa a numerose mostre: “Artigianato 
                Vivo” a Cison di Valmarino (1985-86) e con il Gruppo per 
                la Tessitura a mano, alle mostre “Regionale dell'Artigianato 
                artistico tradizionale” a Feltre (1888-89).
              Quando 
                viene la svolta dall'artigiananto al pezzo unico?
                Quando l'intuizione dell'opea d'arte astratta?
                Come si arriva al quadro di tessuto?
                Al panello decorativo incorniciato?
                
                Di recente.
                Nel 2008 infatti, presenta a Treviso una personale presso lo studio 
                fotografico Domenico Cattai. E' qui, che dopo quasi venti anni 
                ci rincontriamo.
                Rivedo Giulia cambiata, con capelli corti, leggermente ingrassata, 
                con una personalità rinnovata.
                Mi incurioscisce la sua rassegna di panelli che campeggiano sulle 
                pareti scure della sala espositiva della bella sala espositiva 
                dello studio fotografico. I colori sono brilanti e ben accostati, 
                la trama sviluppa superfici vuluminose e piatte come decorazioni 
                geometriche fondate sulla modularità del quadrato.
                Giulia presenta la sua ricerca e i suoi esiti.
                Ma ancora non è scatttata la scintilla dell'astrazione 
                geometrica applicata al tessuto.
                Passerà alla mostra del suo mentore: Franco Fonzo, della 
                galleria d'arte contemporanea Web Art di Treviso, il quale intuisce 
                la potenzalità della De Serio; sarà lui a suggerire 
                di apporre la cornice al pannello decorativo.
                Il goco è fatto: la produzione di Giulia entra nell'olimpo 
                dell'arte contemporanea, lasciando lo scenario più modesto 
                dell'arte applicata.
              Da 
                quel momento i suoi panelli decorativi si racchiudono in cornici, 
                vengono appesi alle pareti come quadri, diventano astrazione geometrica.
                La scoperta di questa metamorfisi è forse causale, come 
                per Kandiskji che arrivò all'astrattismo vedendo un suo 
                quadro capovolto, illuminato da una particolare luce del tramonto 
                che trasfigurava i colori.
                L'intuizione della nostra artista è profonda, frutto di 
                anni di esercitazione e di esperienza, il mestiere dell'arte, 
                come qualcuno ha detto. “Non mi è venuto in mente 
                di fare un quadro”, mi dirà Giulia, perchè 
                in realtà l'artista produce e crea attratto dalla materia: 
                filo e colore, trama e ordito, nel nostro caso.
                La conoscenza dell'opera nasce forse dall'esterno, da chi osserva 
                e coglie la vita che si sprigiona dalla materia tessuta, provandone 
                emozione.
              I 
                nuovi esiti della ricerca della De Serio, comportani un cambiamento 
                nella tecnica sia nell'intreccio ceh nella scelta del filo.
                ”Il filo è la meteria prima da cui parte l'idea” 
                incalza Giulia. E' il filo che realizza il lavoro, l'armatura 
                che crea superficie e volume, ma anche il colore, perchè 
                il colore cambia in base al punto, al nodo, all'intreccio.
              Nella 
                Galleria Emmediarte di Milano, Giulia De serio espone una decine 
                di opere e tra queste, tre grandi pannelli quadrati eseguiti nel 
                mese di luglio. La tecnica merita un'osservazione particolare: 
                i quadrati sono intessuti di colore molto equilibrato, il cui 
                intreccio produce affetti puntinati alla Klee, tuttavia, all'interno 
                di questa tessitura, viene aggiunta una tecnica mista, cioè 
                la pennellata, una pennelata di colore, quasi assorbito, all'andamento 
                curvilineo.
                Il pigmento colorato, dialoga con il filo e la rafia, anch'essi 
                colorati, gioca la sua danza imprimendo movimento e profondità 
                alle superfici verticali e orizzontali.
              L'attività 
                di Giulia in questi ultimi anni è sempre più frenetica: 
                espone alla galleria conteporanea WEB ART di Treviso (2008-09), 
                partecipa alla Fiera d'Atre contemporanea di Pordenone, Longarone 
                e di Milano (2008-09);
                mostre previste: “Fiera Mercato d'Arte contemporanea di 
                Longarone (17-19 ottobre 2009) e una personale a Palazzo Scotti 
                di Treviso (22 ottobre - 5 movembre 2009).
              Giulia 
                De Serio è un'artista da non perdere, da seguire nella 
                sua crescita e originalità.
                Se vi capita, potete andare a trovarla nella sua casa di Treviso, 
                in Via Terraglio 30. L'abitazione dall'esterno somiglia ad un 
                antico monastero romanico, il cui silenzio è rotto dal 
                ritmo cadenzato e frusciate di tre splendidi telai in legno.
              Giuliana.Briziarelli
                Critico d'arte
                Milano, 10-09-2009 
              
              Una 
                combinazione di ricerca, sensibilità e creatività, 
                le opere di Giulia De Serio 
                custodiscono una tecnica ed una cultura 
                millenaria: l’arte dell’arazzo e della tintura IKAT.
              Attraverso 
                personalissimi ed elaborati “arpeggi” tessili, le 
                idee, le emozioni, l’identità artistica di Giulia 
                De Serio prendono vita nei suoi quadri, grazie ad una scelta pittorica, 
                che ben si contrappone alla storicità della metodo utilizzato. 
                
              Ben 
                si contrappone perché Giulia De Serio è un’artista 
                contemporanea, che vive in una società moderna, ricca di 
                spunti e confronti stimolanti, che l’ha orientata verso 
                scelte stilistiche innovative concependo opere di notevole interesse, 
                senza però perdere di vista i canoni classici della tessitura, 
                acquisiti grazie al proprio percorso formativo e culturale considerevole.
                
                Sin dal 1980, l’esperienza indirizza Giulia De Serio in 
                ambito astratto utilizzando la trama del tessuto per il proprie 
                sperimentazioni. Ogni adattamento, ogni intervento pittorico ulteriore 
                perfezionano il dialogo intrapreso con l’arte.
              L’intreccio 
                quindi non avviene più solo tra i fili del manufatto, diventa 
                obiettivo e motivazione che l’artista utilizza e sperimenta 
                in nuove forme: onde, curve ed applicazioni, avvolte con tessuti 
                dalle elaborate tramature, opere/sculture, dove i colori ne fanno 
                parte, attraverso un gioco di unione/disunione espressiva.
              Interessante 
                l’accostamento cromatico così come la scelta tono 
                su tono del filato che ogni volta si modifica grazie alla luce 
                che s’insinua tra gli spessori del tessuto. Luci che rimbalzano 
                su zone scure, mentre, indovinate diagonali, prospettano nuove 
                letture.
                Tutto questo rende ogni opera mobile, quasi un continuo reinventarsi 
                in ogni situazione, tesa ad offrire il meglio di sé.
              Marilisa 
                Brocca - 
                2009
                
              
              De 
                Serio Giulia
                Quando ho visto per la prima volta gli arazzi di Giulia De Serio, 
                sono stato colpito, a colpo d’occhio, dalla minuziosa laboriosità 
                che essi comportano e subito ho pensato all’impegno, all’attenzione 
                e alla fatica protratti nel tempo che quest’artista profonde 
                ogniqualvolta crea le sue opere. Indagando con occhio attento 
                le immagini nate dall’incontro tra molteplici giochi di 
                tramature diverse, orditi e colori, ho compreso come la sua ricerca 
                sia protesa a sondare, con scrupolosa progettualità, più 
                la dimensione del significante che del significato della comunicazione 
                artistica. Ella ha dunque usato il soggetto come pretesto sensibile, 
                per indirizzarsi verso un’indagine creativa certificata 
                in un percorso a tappe rappresentate dalle sue opere. Per far 
                ciò Giulia De Serio si è avvalsa di alcuni elementi 
                tangibili, di linee guida operative che sono divenute un amalgama 
                costante nelle sue opere. Nell’evidenziare tali modalità 
                artistiche ho tralasciato la modalità interpretativa critica, 
                avvalendomi di quella didascalica che è tesa più 
                alla spiegazione di esse che al loro commento. La prima caratteristica 
                è il ricorso alla geometria come linguaggio espressivo 
                che permette all’artista, allo stesso tempo, sia di creare 
                in modo più libero le sue composizioni, sganciandosi dalla 
                dimensione classica dell’arazzeria, sia di rivestirle di 
                rimandi simbolici e/o metafisici originando una struttura architettonica 
                o di “mondo squadrato” dalle reminiscenze mondriane. 
                La seconda è il rapporto percezione ottica-luce: esso è 
                il frutto di una efficace commistione tra i colori primari, anche 
                questi dal piglio simbolico, che si accostano e graduano nei tonali 
                e/o nei colori secondari sulla superficie del supporto bianco 
                tessuto con diverse trame in diverse direzioni ed arricchito dagli 
                spessori dei fili accostati da fori ed altri trattamenti. Questo 
                insieme crea una vibrante e corrugata composizione dal forte valore 
                estetico dove la bidimensionalità assume talvolta tratti 
                plastici. La terza caratteristica, che porterà l’artista 
                ad una svolta importante, è il lento avvicinamento alla 
                tridimensionalità volumetrica. All’interno dell’organizzazione 
                geometrica, pigmentosa e bidimensionale dell’opera hanno 
                fatto la loro comparsa dei piccoli fili di raffia colorata che 
                hanno sbalzato in fuori l’immagine, arricchendola di vibrazioni 
                plastiche concrete. Successivamente il supporto è divenuto 
                rigido e si è estroflesso: il colore della tessitura ha 
                ceduto il passo alla terza dimensione, dando vita ad un bassorilievo, 
                sempre geometrico e colorato, composto da fili. Nella fase contemporanea, 
                la geometria, i colori, il trattamento della superficie e la dimensione 
                concettuale della tessitura hanno abbandonato l’arazzo per 
                trasferirsi sulla ceramica: il supporto è divenuto rigido, 
                solido e concreto. 
                L’ultimo atto della ricerca della De Serio, oltre a segnare 
                il passaggio da una tecnica all’altra e da un materiale 
                all’altro, certifica e conferma ancora una volta come in 
                lei la creatività divenga mezzo per concretizzare le sue 
                istanze culturali e di come ella riesca a declinarle in modo sapiente 
                ed eclettico. 
                
                Siro Perin